Участник:E737/Черновик/Вооружённые силы Италии

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Forze Armate Italiane
Вооружённые силы Италии
Герб главного штаба вооружённых сил Италии
Страна Италия Италия
Подчинение Министерство обороны Италии
Численность 183 000[1]

Вооружённые силы Италии (итал. Forze Armate Italiane) — совокупность войск (сил) Итальянской Республики предназначенная для защиты свободы, независимости и территориальной целостности государства. Состоят из сухопутных войск, военно-морских сил, военно-воздушных сил и сил карабинеров (Корпуса карабинеров).

Состав вооружённых сил

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Сухопутные войска

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Военно-морские силы

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Военно-воздушные силы

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Карабинеры

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  1. ЦАМТО / Главное / Италия объявила о планах резкого сокращения расходов на Вооруженные силы

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Категория:Вооружённые силы Италии



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La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino [...] L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica
Costituzione della Repubblica Italiana, art. 52

Le forze armate italiane o più semplicemente, forze armate (abbreviato FF.AA.) sono l'insieme delle componenti militari dello Stato.

Le forze armate italiane sono tre più un'Arma elevata al rango di Forza Armata. In ordine di anzianità sono:

Sono parte integrante delle forze armate:

Il personale appartenente alle forze armate ed ai corpi armati dello Stato assume la denominazione di "militare".

L'organizzazione delle forze armate è sempre stata caratterizzata da una rigida struttura gerarchica. Negli ultimi anni, però, numerosi ed importanti mutamenti legislativi hanno introdotto varie novità che, di fatto, hanno modificato profondamente tale caratteristica.

L'inserimento di varianti organizzative tipiche delle grandi aziende civili, infatti, hanno reso quella delle forze armate una struttura organizzativa cosiddetta "line and staff", in cui, accanto ai tipici e storici rapporti di dipendenza gerarchica ("line"), verticali, che si traducono essenzialmente nella natura dell'ordine militare, si sono progressivamente inserite nuove e moderne modalità organizzative "di staff", che affiancano i responsabili delle varie entità organizzative (i "comandanti") come organismi di elaborazione delle informazioni e di consulenza tecnica specifica, con l'applicazione dei moderni principi di processo decisionale.

Con decreto del Capo provvisorio dello Stato 4 gennaio 1947, n. 17, fu disposta la riunione in un unico dicastero dei precedenti Ministeri della Guerra, della Marina e dell'Aeronautica che, con propri ordinamenti ed in modo autonomo, avevano fino ad allora presieduto ai compiti organizzativi della difesa militare della Patria.

I provvedimenti che hanno poi dato luogo all'effettiva unificazione del Ministero della difesa sono stati la legge 12 dicembre 1962, n. 1862 ("Delega al Governo per il riordinamento del Ministero della Difesa e degli Stati maggiori per la revisione delle leggi sul reclutamento e della circoscrizione dei Tribunali militari territoriali")[2] e la legge 2 ottobre 1964, n. 1058, con cui tale delega fu rinnovata ed estesa al personale civile per adeguare i ruoli alle esigenze derivanti dall'organizzazione degli uffici dei servizi centrali e periferici, nonché degli stabilimenti ed arsenali militari.

Al momento dell'unificazione del Ministero della difesa, le forze armate si articolavano in tre differenti settori tradizionali, ciascuno dei quali costituiva una forza armata: l'Esercito Italiano[3] (che annoverava prima fra i suoi corpi l'Arma dei Carabinieri), la Marina Militare[4] (con alle dipendenze il Corpo delle capitanerie di porto) e l'Aeronautica Militare[5]. Dall'anno 2000, alle tre forze armate è stata affiancata con il rango di "forza armata autonoma" l'Arma dei Carabinieri, che ha comunque mantenuto pressoché inalterati struttura, compiti e la tradizionale duplice dipendenza dal Ministro della Difesa e dal Ministro dell'Interno[6][7].

Le Forze armate italiane operano sia nel territorio nazionale che in altri paesi del mondo, in quest'ultimo caso sotto egida ONU, NATO (di cui l'Italia fa parte dal 1949), UE o nell'ambito di missioni multinazionali (assieme ad altre forze armate straniere) o nazionali (dirette cioè dalla sola Italia in concerto con il paese beneficiario).

I vertici delle Forze armate

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La cerimonia di avvicendamento tra Biagio Abrate, attuale capo di stato maggiore della difesa sulla sinistra, e il suo predecessore Vincenzo Camporini

Il Presidente della Repubblica, come sancisce l'articolo 87 della costituzione della Repubblica Italiana, "ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere".[8] In tale ruolo, derivante dalla sua caratterizzazione come "Capo dello Stato e rappresentante dell'unità nazionale", egli presiede il Consiglio supremo di difesa, organo di indirizzo generale per la difesa dello Stato, e si avvale di appositi consiglieri militari per le questioni inerenti alle forze armate.[9] L'indirizzo tecnico-politico delle forze armate viene, però, dal Ministro della Difesa che "è preposto all'amministrazione militare e civile della Difesa", di cui è il "massimo organo gerarchico e disciplinare".[10]

Dal Ministro della difesa dipende l'ufficio di gabinetto, due sottosegretari, due uffici centrali, il capo di stato maggiore della difesa (che rappresenta il "vertice" dell'organizzazione tecnico-operativa e, sulla base delle direttive impartite dal ministro, pianifica, predispone ed impiega le forze armate nel loro complesso; ed il segretario generale della difesa che è anche direttore nazionale degli armamenti (al vertice dell'organizzazione tecnico-amministrativa).[11]

Il capo di stato maggiore della difesa (supportato da una speciale squadra denominata "stato maggiore della difesa", diretto dal sottocapo di stato maggiore della difesa) ha rango gerarchico prevalente su tutto il personale militare italiano e da lui dipendono i capi di stato maggiore delle singole forze armate, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri (limitatamente ai compiti militari) e, per le attribuzioni tecnico-operative, il segretario generale della difesa.[11] Egli pianifica, predispone e dirige le operazioni nonché le eserCitezioni interforze e multinazionali e le attività connesse attraverso il Comando operativo di vertice interforze.[12]

Ogni forza armata a sua volta si articola in ulteriori "elementi" diversamente denominati aventi ciascuno proprie finalità e struttura ordinativa, raggruppati talora in organizzazioni territoriali, con compiti tecnici, giuridici, amministrativi ed in organizzazioni operative, destinate all'impiego delle operazioni militari, a compiti di addestramento e di sperimentazione.

Le stellette a cinque punte, simbolo delle forze armate italiane

L'organizzazione delle forze armate si designa come "organizzazione militare" e tra le persone fisiche ad essa appartenenti hanno preminenza coloro che sono incardinati nell'istituzione con un particolare rapporto di servizio, ovvero il servizio militare, e che genericamente si indicano con il nome di militari.

Il segno distintivo che caratterizza in modo univoco il personale militare italiano, anche ai fini dell'applicazione del diritto internazionale umanitario, è la stella a cinque punte, che viene indossata su tutti gli indumenti di ordinanza[13]. Tale segno distintivo è applicato anche sulla prua delle navi militari.

Secondo quanto previsto dalla legge 11 luglio 1978 n. 382 ("Norme di principio sulla disciplina militare ed istituzione della Rappresentanza Militare") successivamente integrata dal D.P.R. 18 luglio 1986 n. 545 ("Regolamento di Disciplina Militare"), i militari sono cittadini che, in base ad un giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana prestato in forma solenne, si impegnano a difenderlo, osservandone la Costituzione e le Leggi e ad adempiere "con disciplina ed onore" a tutti i doveri connessi con uno status giuridico che limita in modo sensibile alcune libertà che la Costituzione garantisce per tutti gli altri cittadini. A titolo di esempio, è da ricordare che i militari non hanno diritto di sciopero e che la Legge prevede forti limitazioni alla loro libertà di espressione, di associazione e di movimento.

Lo status militare è riferito a fonti normative di vario livello che definiscono:

  • le modalità di ingresso del cittadino italiano nelle forze armate, attraverso "bandi di arruolamento" e "pubblici concorsi";
  • lo stato giuridico;
  • le procedure di impiego;
  • le modalità di avanzamento di carriera.

Per quanto concerne, in particolare, lo stato giuridico, di particolare importanza è il concetto di "posizione di Stato", che definisce, appunto, la situazione di servizio in cui il militare si trova. In particolare, il militare può essere in "servizio effettivo", in "aspettativa", in "ausiliaria" e in "quiescenza" (la cosiddetta "pensione").

Il militare mantiene il grado conseguito durante il servizio effettivo per tutta la vita. Nel caso in cui, però, si trovi in posizione di quiescenza o ausiliaria, il militare è tenuto a specificarlo quando si presenti utilizzando il grado.[14] Il cittadino "militare" riferisce i suoi comportamenti all'etica militare, è sottoposto ad una disciplina militare (che definisce, fra l'altro, le sanzioni da irrogare nel caso di violazioni e le menzioni da attribuire nel caso di comportamenti particolarmente meritori) e ad una legge penale militare.

Dipendenza gerarchica e caratterizzazione dei militari in determinate situazioni

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Elementi delle forze armate possono, in determinate situazioni, trovarsi alle dipendenze di autorità diverse da quelle militari: così il personale della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri talora è impiegato in attività alle dipendenze dell'autorità di pubblica sicurezza ovvero dall'autorità giudiziaria (in particolare delle procure della Repubblica)[15], ovvero dei titolari di ambasciata italiana all'estero. Oppure, il personale del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera quando opera alle dipendenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell'esercizio delle funzioni amministrative attinenti alla navigazione ed al traffico marittimo.

Altra situazione è quella nella quale si trovano i militari quando impiegati in ruolo di ordine pubblico alle dipendenze di funzionari di corpi Armati non militari (per esempio, la Polizia di Stato). In tal caso, limitatamente al periodo ed alle condizioni di impiego, i militari, che devono essere sempre affiancati da appartenenti all'Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza o alla Polizia di Stato, assumono anche la funzione (che, normalmente non ricoprono) di agente di polizia giudiziaria.

Un carro da combattimento Ariete

Nato come Regio Esercito, dall'unificazione dell'Armata sarda con gli altri eserciti preunitari, per decreto del 4 maggio 1861,[16] l'Esercito Italiano contava nel 2009 su un organico di 111.233 unità, numero sceso nel 2010 a 108.355 unità[17]. Suo corpo ausiliario è il Corpo militare dell'ACISMOM.

Dispone di carri armati, autoblindo, veicoli da combattimento della fanteria e semoventi d'artiglieria, inoltre ha una sola specialità che racchiude le forze aeree: l'Aviazione dell'Esercito. La formazione del personale è affidata alle scuole dell'Esercito Italiano.

Il reparto di forze speciali dell'esercito è il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin".

La portaerei Cavour

Nata come Regia Marina dalla fusione della Marina del Regno di Sardegna, della Real Marina del Regno delle Due Sicilie con le altre marine preunitarie, la Marina Militare contava 34.000 effettivi nel 2003. Ad essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali.

Ad essa è devoluto, inoltre, il compito di pattugliamento delle coste tramite il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera. La sua flotta è composta da circa 75 unità principali più altre 11 navi scuola, 1 nave oceanografica, 7 navi cisterna, 2 navi per esperienze e tecnologiche, 3 navi idrografiche e oceanografiche, 5 navi servizio fari, 1 nave salvataggio, 6 navi costiere da trasporto e 32 rimorchiatori.

Nel suo organico ha anche un reparto di forze speciali, il Comando subacquei ed incursori (COMSUBIN).

Aeronautica Militare

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Un EF 2000 in volo.

Nata come Regia Aeronautica, l'Aeronautica Militare è la terza forza armata dello Stato (in ordine di anzianità, ossia di anno di fondazione), con un organico di 48.000 effettivi nel 2003. Ad essa sono devolute le operazioni di difesa aerea del territorio e degli interessi nazionali, nonché quelle di trasporto aereo.

In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale. Per lo svolgimento del ruolo di Difesa aerea, l'Aeronautica Militare ha a disposizione una trentina di F-16 e un centinaio di Eurofighter Typhoon. Per quanto riguarda, invece, le missioni di attacco e ricognizione, ha in dotazione i Tornado, gli AMX e gli Aermacchi MB-339, a cui si aggiungeranno, nel prossimo futuro, i nuovissimi Lockheed Martin F-35 Lightning II. Per il trasporto aereo, infine, ricorre ai C-130J Hercules, ai C-27J Spartan ed ai nuovi Boeing KC-767A, nel doppio ruolo di cargo e aerocisterna.

L'Aeronautica Militare ha in dotazione anche diversi velivoli non pilotati UAV per la ricognizione delle aree di operazioni ed è responsabile anche del soccorso aereo. Nel suo organico ha anche un reparto di forze speciali, il 17º Stormo incursori.

Arma dei Carabinieri

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Una Alfa Romeo 159 dei carabinieri

Nata come corpo dei Reali Carabinieri, l'Arma dei Carabinieri è la quarta forza armata dello Stato per data di creazione ma la prima per numero di personale (117.943 unità)[18]. Ha fatto parte dell'Esercito Italiano fino al 5 ottobre 2000, data di pubblicazione del decreto legislativo n. 297 che l'ha elevata al rango di forza armata. La dipendenza dal capo di stato maggiore della difesa riguarda però solo gli aspetti di polizia militare e quelli riguardante il personale impiegato in operazioni militari fuori area. Per i rimanenti compiti di istituto, l'Arma dipende da altri dicasteri dello Stato (Ministero dell'Interno, in primis, e funzionalmente da quei ministeri preso i quali operano i militari dell'organizzazione speciale dell'Arma, quali NAS, NOE ecc.).

A differenza delle altre forze armate, l'Arma dei Carabinieri non è comandata da un capo di stato maggiore[19], ma da un comandante generale, carica comunque equipollente a quella di capo di stato maggiore.

Anche i carabinieri hanno una propria forza speciale, il Gruppo di intervento speciale (GIS).

I Corpi armati dello Stato

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La Guardia di Finanza

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Stemma del corpo della Guardia di Finanza.

La Guardia di Finanza è il corpo militare più antico dello Stato, traendo le sue origini dalla legione truppe leggere (1774), reparto di fanteria leggera dell'esercito sabaudo. Secondo quanto riportato dalla Legge 23 aprile 1959, n. 189, che ne definisce l'ordinamento, il Corpo della Guardia di Finanza dipende direttamente ed a tutti gli effetti dal titolare del Ministero dell'Economia e delle Finanze, fa parte integrante delle Forze armate dello Stato e allo stesso tempo della Forza pubblica ed ha il compito di:

Il Corpo Militare e le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana

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Il Corpo è entrato ufficialmente nel novero dei Corpi Armati dello Stato con la concessione della Bandiera di Guerra avvenuta con legge 25 giugno 1985 n. 342. In virtù delle convenzioni di Diritto Internazionale Umanitario ed in forza delle leggi vigenti in Italia, il Corpo Militare può essere impiegato sia in tempo di pace che in tempo di guerra.

In tempo di guerra o comunque in caso di conflitto armato il Corpo Militare della CRI:

  • provvede allo sgombero ed alla cura dei feriti e dei malati;
  • svolge i compiti di carattere sanitario ed assistenziale connessi con l'attività di Difesa Civile;
  • gestisce le incombenze connesse con la ricerca e l'assistenza dei prigionieri di guerra, degli internati e dei dispersi, dei profughi, dei deportati e dei rifugiati.

In tempo di pace il Corpo Militare della CRI è tenuto ad attendere, secondo le direttive e sotto la vigilanza del Ministero della Difesa, alla preparazione del personale, dei materiali, dei mezzi e delle strutture di pertinenza, al fine di assicurare costantemente l'efficienza dei relativi servizi in qualsiasi circostanza (artt. 10 e 11 del DPR n. 613/1980).

Il Corpo Speciale Ausiliario dell'Esercito Italiano - Sovrano Militare Ordine di Malta

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Il Corpo Militare, facente parte del soggetto autonomo di Diritto internazionale denominata "Sovrano Militare Ordine di Malta" (SMOM) nasce il 20 marzo 1876 con la prima convenzione per la “cooperazione” con il Servizio Sanitario dell’Esercito con l'obiettivo di provvedere all’assistenza sanitaria e spirituale dei malati e feriti in guerra.

Il Corpo è entrato ufficialmente nel novero dei Corpi Armati dello Stato con la concessione della Bandiera di Guerra avvenuta per mano del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con Legge 2 agosto 1999 n. 27. Dalla fine della 2ª Guerra Mondiale il Corpo Militare si dedica essenzialmente all'assistenza delle popolazioni colpite da catastrofi naturali e pubbliche calamità, sia in Italia che in nord Africa. Dal 1991 il Corpo Militare dello SMOM partecipa alle attività di Polizia Internazionale nei territori della ex Jugoslavia e, a partire dal 2004, alcuni Ufficiali Medici del Corpo Militare sono integrati nelle strutture sanitarie al seguito delle Forze Armate Italiane presenti nei Balcani per lo svolgimento di varie Operazioni umanitarie e di assistenza.

Il Corpo militare dell'Associazione dei cavalieri italiani dell'Ordine di Malta (ACISMOM) speciale ausiliario dell'Esercito italiano nasce il 20 marzo 1876 con la prima convenzione per la “cooperazione” con il Servizio Sanitario dell’Esercito con l'obiettivo di provvedere all’assistenza sanitaria e spirituale dei malati e feriti in guerra. Nel 1940 nasce il Corpo delle infermiere volontarie dell'Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta.

Ordinariato Militare

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L'Ordinariato militare italiano è una Diocesi con caratteristiche peculiari, non essendo il territorio ma il servizio a caratterizzare questa realtà. È guidato da un "arcivescovo ordinario militare per l'Italia". Appartengono all’O.M.I.: i fedeli militari; i civili al servizio delle Forze Armate (FF.AA.), le loro famiglie (coniuge e figli anche maggiorenni se conviventi); i parenti e le persone di servizio conviventi; gli allievi delle Scuole e delle Accademie militari, i degenti, gli addetti ad ospedali militari, le case per anziani e simili; tutti i fedeli che svolgono stabilmente compiti loro affidati dall’Ordinario militare o con il suo consenso. Il mondo militare ha proprie regole e tradizioni: dalla “militarità” costitutiva di questo mondo non va escluso il Clero. Perciò la Chiesa Italiana ha voluto che i Cappellani militari (CC.MM.) fossero inquadrati militarmente, equiparati di rango ai gradi di ufficiali, e vivessero con i militari.

Operazioni speciali e forze da sbarco

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Nell'ambito della Forze Armate sono stati nel tempo designati alcuni reparti per condurre operazioni speciali, coordinati dal Comando interforze operazioni Forze Speciali - CO.F.S.. Sono così suddivise:

  • Forze Speciali (TIER 1)
  • Forze per Operazioni speciali (TIER 2)
  • Unità di Coronamento per Operazioni Speciali (TIER 3)

Le forze da sbarco costituiscono la componente anfibia delle Forze Armate, che è composta da due reggimenti di fucilieri di Marina (San Marco e Carlotto), da un reggimento di lagunari dell'Esercito (Serenissima) e dal Gruppo Mezzi da sbarco.

Alimentazione delle forze armate

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Sino alla fine del XX secolo, l'alimentazione delle forze armate è avvenuto tramite il meccanismo della leva militare, che, attuando alla lettera il Citeto articolo 52 della Costituzione,[20] rendeva obbligatorio per tutti i cittadini italiani maschi fisicamente idonei il servizio militare, da prestare in uno degli enti militari nazionali per un periodo di dodici mesi.

Bandiere di guerra delle Forze armate e della Guardia di Finanza
235º Reggimento fanteria "Piceno", con estese componenti femminili, in sfilata per la Festa della Repubblica Italiana il 2 giugno 2007

Il 3 settembre 1999, il Consiglio dei ministri approvò il disegno di legge proposto dall'allora Ministro della difesa Carlo Scognamiglio che doveva avviare il processo per giungere alla fine della coscrizione obbligatoria. Il provvedimento fu presentato al Senato l'8 ottobre 1999 quale disegno di legge n. 6433 ("Delega al Governo per la riforma del servizio militare") e, dopo essere stato approvato con modificazioni il 14 giugno 2000, passò alla Camera dei deputati per diventare successivamente legge n. 331/00 del 14 novembre 2000.[21]

Nella relazione di accompagnamento si legge:[22]

Le forze militari [...] oltre al tradizionale e perdurante ruolo di difesa della sovranità ed integrità nazionale, sono chiamate ad una funzione più dinamica per garantire la stabilità e la sicurezza collettiva con operazioni di gestione delle crisi e di supporto della pace. Ciò implica la necessità di trasformare lo strumento militare dalla sua configurazione statica ad una più dinamica di proiezione esterna, con più rapidi tempi di risposta all'insorgere dell'esigenza ed una più completa e complessa preparazione professionale.

Il modello interamente volontario è quello che meglio risponde a questa nuova connotazione e funzione dello strumento militare. (...) Non si tratta, peraltro, di abolire la coscrizione obbligatoria, ma solo di prevederla in casi eccezionali, quali quelli di guerra o di crisi di particolare rilevanza, che richiedano interventi organici.

Tra l'altro non è possibile sottacere che il rilevante calo demografico in atto in Italia unito all'incremento del fenomeno dell'obiezione di coscienza rende sempre più difficile raggiungere contingenti di leva idonei a soddisfare le esigenze qualitative e quantitative delle forze armate. Difficoltà acuite sia dalla spinta alla regionalizzazione sia dalla riduzione a dieci mesi della durata del servizio militare che ha ridotto il periodo di reale operatività dei militari di leva, insufficiente per determinati settori o particolari sistemi d'Arma.

Per procedere alla trasformazione dello strumento militare, occorre innanzitutto definire le nuove dimensioni delle forze armate professionali, ovvero il punto di arrivo della connessa contrazione.

Pur tenendo ferma l'esigenza di rispettare gli impegni operativi assunti, il passaggio da un modello misto ad uno tutto professionale, composto da personale maschile e femminile, potrà permettere di conseguire una ulteriore riduzione quantitativa per il più alto coefficiente di utilizzo del personale tutto volontario e per il recupero discendente dal riordino del settore del reclutamento e della componente addestrativa e formativa. Partendo dall'attuale (anno 1999) livello di circa 270 mila uomini, l'insieme di questi fattori fa ritenere perseguibile, pur rispettando gli attuali impegni operativi assunti, una riduzione dello strumento militare interamente professionale a 190 mila unità, ovvero di ben 80 mila unità in meno della consistenza attuale.

Il processo che prese il via dal Citeto provvedimento normativo è stato completato. Adesso, le forze armate italiane sono costituite soltanto da personale volontario contraddistinto da alti livelli di specializzazione, partecipando direttamente alle operazioni fuori area che, nel frattempo, hanno avuto luogo.

Spesa per la difesa

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Come riportato in una direttiva generale del Ministero della difesa, le spese per la difesa dello Stato ammontano, per l'anno 2010, a 20.364.430.855,00 €, di cui 18.575.700.000 destinati alla difesa e sicurezza del territorio, 59.700.000 alla ricerca e all'innovazione, 77.300.000 ai servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche e 1.651.700 da ripartire. La spesa totale rispetto all'anno 2009 è aumentata dello 0,3%.[23]

Operazioni in Italia

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Le forze armate italiane vengono impiegate nel territorio italiano per far fronte a situazioni particolari (come ad esempio il terremoto dell'Aquila del 2009) o per aiutare le forze di polizia a garantire la sicurezza dei cittadini.

Missioni in corso
Nome missione Inizio Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Strade Sicure[24] 4 agosto 2008 Centri di prima accoglienza, Roma, Milano, Napoli, Crotone, Padova, Verona, Bari, Torino, Palermo, Catania, provincia di Caserta EI, CC inizialmente 3.000, dal 1º luglio 2009 4.250[25]
Operazione Gran Sasso[26] 6 aprile 2009 Abruzzo EI, ~ 1.300[27]
Operazione Strade Pulite[28] 29 novembre 2010 Campania EI, ~ 400
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Giotto 2009[29] prima del G8 dell'Aquila - 11 luglio 2009 principalmente L'Aquila EI, AM, MM ~ 2.500[30]

Operazioni internazionali

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Dal secondo dopoguerra le forze armate italiane sono state impegnate, prevalentemente sotto l'egida dell'Unione europea, in operazioni di tipo PSO (peace support operations). Fra esse, da Citere quelle di peace enforcement, attuate secondo il cap. VII della carta delle Nazioni Unite, e quelle di peacekeeping, previste, invece, nel cap. VI della stessa carta. Dal 1952 ad oggi sono più di 100 i militari italiani caduti in missione di pace, nell'adempimento del loro dovere durante operazioni che si svolgevano fuori dai confini nazionali. Le forze armate italiane attualmente partecipano a 30 missioni che si svolgono in 20 paesi situati in quattro continenti (dati aggiornati al dicembre 2010).[31]

Sono circa 7.811 i militari italiani impegnati nelle missioni all'estero.[31]

Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[31][32]
UNTSO[33] 1958 Israele, Egitto, Siria e Libano EI 8
UNMOGIP[34] 1959 Confine indo-pakistano ? 8
MINURSO[35] 1991 Sahara Occidentale EI 5
UNFICYP[36] luglio 2005 Cipro CC 4
UNAMID[37] maggio 2008 Sudan ? 3
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
UNIKOM[38] aprile 1991 - 6 ottobre 2003 Confine iraqeno-kuwaitiano ? 1[38]
UNMIBH[39] 21 dicembre 1995 - 31 dicembre 2002 Bosnia-Erzegovina ? 22[40]
UNMIK[41] giugno 1999 - 29 gennaio 2009 Kosovo ?, GdF, PS ?
UNMEE[42] 31 luglio 2000 - dicembre 2005 Etiopia ed Eritrea AM e MM (fino dicembre 2002), CC Prima 140, poi 65 ed infine 25[43]
UNOWA[44] novembre 2004 - novembre 2005 Dakar EI 1[45]
UNMIS (operazione Nilo)[46] 24 marzo 2005 - 5 luglio 2005 (osservatori rimasti fino al 5 luglio 2006) Khartum, Sudan ? ~ 210[46]
Operazione White Crane[47] 19 gennaio 2010 - ? Muggiano, Civitavecchia, Haiti EI, MM, AM, CC, C.R.I. ~ 900[48]
Operazione Caravella[49] 25 maggio 2010 - ? Port-au-Prince, Haiti CC, AM 110[50]
Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[31][32]
Operazione Active Endeavour[51] ottobre 2001 Mar Mediterraneo MM 85
ISAF[52] agosto 2003 Afghanistan EI, AM, MM, GdF, CC 3.790 (comprensivo della missione EUPOL Afghanistan)
Nato Training Mission Iraq[53] agosto 2004 Iraq EI, CC 73
Operazione Joint Enterprise[54] aprile 2005 Balcani EI, AM, MM, CC, CM C.R.I., EI-SMOM 1.125 (comprensivo della missione EULEX e del NATO Security Force Training Plan)
Operazione Ocean Shield[51] agosto 2009 Somalia MM 271 (comprensivo dell'EUNAVFOR Atalanta)
Operazione Unified Protector[55] marzo 2011 Libia e mar Mediterraneo MM, AM 12 velivoli e 4 navi
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
MONUC[56] 24 febbraio 2000 - ? ? ?
Operazione Allied Harmony[57] 15 dicembre 2002 - 31 marzo 2003 Repubblica di Macedonia ? 42[58]
Operazione Sparviero[59] 9 ottobre - 6 novembre 2004 Afghanistan EI ~ 500[60]
Operazione Indus[61] 20 novembre 2005 - 1º febbraio 2006 Kashmir pakistano AM, EI ~ 250
Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[31][32]
EUPM[62] gennaio 2003 Bosnia ed Erzegovina CC, PdS, personale del Ministero della Giustizia 13
EU BAM Rafah[63] novembre 2005 Striscia di Gaza CC, GdF (dalla seconda metà del 2007) 1
UNIFIL - operazione Leonte[64] settembre 2006 Libano EI, CC, MM 1.780
EUPOL RD Congo[65] giugno 2007 RDC CC 4
EUPOL Afghanistan[66] giugno 2007 Afghanistan GdF 3.790 (comprensivo della forza ISAF)
EULEX[67] febbraio 2008 Kosovo CC, GdF, personale del Ministero della Giustizia, PdS 1.125 (comprensivo della forza impiegata nell'operazione Joint Enterprise e della NATO Security Force Training Plan)
EUMM Georgia[68] settembre 2008 Georgia MM 15
EUNAVFOR Atalanta[69] dicembre 2008 Somalia MM 271 (comprensivo dell'operazione Ocean Shield)
EUTM Somalia[70] gennaio 2010 Uganda e Kenya ? 19
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Joint Forge[71] 24 aprile 1998 - 2 dicembre 2004 Bosnia-Erzegovina EI, CC ~ 1.140[72]
EUMM Balcani[73] 1º gennaio 2001 - 18 ottobre 2006 Balcani EI ?
Processo di pace in Sudan[74] 18 luglio 2002 - 10 agosto 2005 Sudan EI, ? 6 (2 sotto mandato ONU)
EUFOR Concordia[75] 1 aprile - 15 dicembre 2003 Repubblica di Macedonia ? ?
EUFOR Althea[76] 2 dicembre 2004 - 21 dicembre 2010 Bosnia EI, CC ?
EUPOL Kinshasa[77] 7 aprile 2005 - 30 giugno 2007 Kasangulu, Repubblica Democratica del Congo CC 4[78]
AMIS II[79] luglio 2005 - dicembre 2007 Darfur ? 4
EUPAT[80] 14 dicembre 2005 - 14 giugno 2006 Repubblica di Macedonia CC, PdS ?
EUFOR Congo[81] 17 luglio - 30 novembre 2006 Repubblica Democratica del Congo AM, CC ~ 65[82]
Operazione Nicole[83] 25 settembre 2007 - 15 marzo 2009 Ciad e Repubblica Centrafricana ? 105[84]

Missioni multinazionali

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Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[31][32]
MFO[85] 1982 Egitto e Israele MM 81
TIPH 2[86] 1996 Hebron CC 13
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Enduring Freedom[87] 7 ottobre 2001 - 3 dicembre 2006 Mar Arabico MM 380
Operazione Nibbio[88] marzo - settembre 2003 Khowst EI, CC, AM ~ 1.000[89]
Operazione Antica Babilonia[90] agosto 2003 - 1 dicembre 2006 Iraq EI, AM, MM, CC ?
Operazione Mare Sicuro[91] 6 agosto - 25 novembre 2005 Corno d'Africa MM ~ 180[92]

Per missioni nazionali si intendono quelle operazioni oltremare frutto di accordi bilaterali fra l'Italia ed i beneficiari dell'attività.[93]

Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[31][32]
Delegazione Italiana Esperti (DIE)[94] agosto 1997 Albania EI, CC 27
Missione Italiana di Assistenza Tecnico-Militare (MIATM)[95] 1988 Malta EI, MM, AM, CC 35
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Albania 2[96] 15 aprile 1997 - 25 febbraio 2009 Albania MM ?
Operazione ALBIT[97] 16 marzo 2000 - ? Albania AM ?

Festa delle Forze armate, festa della Repubblica e tomba del Milite Ignoto

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Roma, Vittoriano: tomba del Milite Ignoto

Il 4 novembre è la Festa delle Forze Armate a ricordo della data di emissione del "Bollettino della Vittoria" con il quale venne annunciata nel 1918 la resa dell'Impero austro-ungarico all'Italia che poneva fine alla prima guerra mondiale.

Il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, si tiene tradizionalmente una parata militare a Roma, nel corso della quale reparti delle diverse forze armate sfilano, lungo via dei Fori Imperiali, alla presenza del Presidente della Repubblica.

A Roma, presso l'Altare della Patria, si trova la tomba del Milite Ignoto, tomba simbolica per tutti i caduti delle Forze Armate, soggetta a sorveglianza perenne. La tomba conserva i resti di un caduto della Grande Guerra.

Decorazioni e onorificenze

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La Repubblica Italiana ha diverse onorificenze e decorazioni, divise a loro volta in varie classi o gradi[98]. Quelle più importanti per le forze armate italiane sono le decorazioni al Valor militare, che includono la medaglia d'oro al valor militare (massimo riconoscimento finora ottenuto da 2.136 persone[99]), d'argento, di bronzo e la Croce di guerra al valor militare[100]. Le singole forze armate e la Guardia di Finanza poi hanno decorazioni al valore conferibili unicamente al proprio personale: si tratta della Medaglia al valore di Marina, della Medaglia al valore dell'esercito, della Medaglia al valore aeronautico, della Medaglia al valore dell'arma dei carabinieri e della Medaglia al Valore della Guardia di Finanza.

L'onorificenza più alta di cui può essere insignito un militare italiano è l'Ordine al merito della Repubblica Italiana[101], seguito dall'Ordine militare d'Italia.

Scala gerarchica dei gradi delle forze armate italiane
Ruolo Esercito Italiano Marina Militare Aeronautica Militare Arma dei Carabinieri
ufficiali generali generale[102] ammiraglio[102] generale[102] grado equivalente non previsto
generale di corpo d'armata con incarichi speciali[103] ammiraglio di squadra con incarichi speciali[104] generale di squadra aerea con incarichi speciali[105] generale di corpo d'armata con incarico di comandante generale
generale di corpo d'armata ammiraglio di squadra generale di squadra aerea generale di corpo d'armata
generale di divisione ammiraglio di divisione generale di divisione generale di divisione
generale di brigata contrammiraglio generale di brigata aerea generale di brigata
ufficiali superiori colonnello capitano di vascello colonnello colonnello
tenente colonnello capitano di fregata tenente colonnello tenente colonnello
maggiore capitano di corvetta maggiore maggiore
ufficiali inferiori primo capitano primo tenente di vascello primo capitano primo capitano
capitano tenente di vascello capitano capitano
ufficiali subalterni tenente sottotenente di vascello tenente tenente
sottotenente guardiamarina sottotenente sottotenente
allievo ufficiale aspirante guardiamarina aspirante allievo ufficiale
sottufficiali marescialli

ispettori
primo maresciallo luogotenente primo maresciallo luogotenente primo maresciallo luogotenente maresciallo aiutante sups luogotenente
primo maresciallo primo maresciallo primo maresciallo maresciallo aiutante sups
maresciallo capo capo di prima classe maresciallo di prima classe maresciallo capo
maresciallo ordinario capo di seconda classe maresciallo di seconda classe maresciallo ordinario
maresciallo capo di terza classe maresciallo di terza classe maresciallo
sottufficiali sergenti

brigadieri/sovrintendenti
sergente maggiore capo secondo capo scelto sergente maggiore capo brigadiere capo
sergente maggiore secondo capo sergente maggiore brigadiere
sergente sergente sergente vice brigadiere
truppa VSP

appuntati e carabinieri
caporale maggiore capo scelto sottocapo di prima classe scelto primo aviere capo scelto appuntato scelto
caporale maggiore capo sottocapo di prima classe primo aviere capo appuntato
caporale maggiore scelto sottocapo di seconda classe primo aviere scelto carabiniere scelto
primo caporal maggiore sottocapo di terza classe aviere capo carabiniere
truppa VFP1 e VFP4 caporale maggiore sottocapo primo aviere I VFP non sono previsti nell'Arma dei Carabinieri
caporale comune di prima classe aviere scelto
soldato comune di seconda classe aviere

Collegamenti esterni

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Шаблон:Forze armate italiane

ru:Вооружённые силы Италии


Примечания

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  1. Con l'ordinamento previgente, l'Arma dei Carabinieri era collocata nell'Esercito Italiano per l'espletamento di compiti militari e di polizia, con duplice dipendenza dai dicasteri della Difesa e dell'Interno
  2. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [1].
  3. Il cui ordinamento è stato stabilito con la legge 9 maggio 1940, n. 368, riferita al vecchio Regio Esercito. Vedasi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [2].
  4. La legge fondamentale sul cui ordinamento è quella dell'8 luglio 1926, n. 1178. Vedi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [3]. (cliccare sui vari articoli per scorrere la legge)
  5. Il cui ordinamento è regolato dal R.D.L. 22 febbraio 1937, n. 220. Vedi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [4]. (con successive modifiche)
  6. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [5].
  7. Già la legge n. 121 del 1º aprile 1981 (nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza) con l'art. 16 ebbe a definire l'Arma dei Carabinieri "forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza". Vedasi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [6].
  8. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [7].
  9. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [8].
  10. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [9]. (art. 1)
  11. 1 2 Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [10].
  12. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [11].
  13. Regio decreto 13 dicembre 1871, n. 571: "Tutte le persone soggette alla giurisdizione militare, a mente dell'articolo 323 del Codice penale militare per l'esercito, e dell'art. 362 di quello per la Regia Marina, porteranno, come segno caratteristico della divisa militare, comune all'Esercito ed all'Armata, le stellette a cinque punte sul bavero dell'abito della rispettiva divisa". Il termine "Armata" indicava allora la Marina Militare. Vedi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [12].
  14. Tale aspetto assume particolare rilevanza per tutti gli "ex" militari che svolgono attività professionale nei media (opinionisti, meteorologi, ecc.) dopo il termine del servizio effettivo, che, nella maggior parte dei casi, omettono di specificare la loro posizione di Stato
  15. Se facenti parte delle sezioni di polizia giudiziaria
  16. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [13].
  17. Andrea Nativi, Bilancio 2010 Difesa: Se potessi avere...un miliardo all'anno!, Rivista Italiana Difesa, gennaio 2010, p. 36
  18. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [14].
  19. Incarico che pure esiste nell'organizzazione dell'Arma, ma che configura solo i capi di stato maggiore) del Comando Generale e delle grandi unità in cui è articolata l'istituzione
  20. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [15].
  21. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [16].
  22. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [17].
  23. Numeri arrotondati con metodo matematico alla prima cifra decimale. Vedasi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [18]. (pagina 2)
  24. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [19].
  25. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [20].
  26. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [21].
  27. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [22].
  28. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [23].
  29. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [24].
  30. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [25].
  31. 1 2 3 4 5 6 7 Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [26]. (documento ZIP scaricabile aggiornato al 31 dicembre 2010, pagina 1)
  32. 1 2 3 4 5 Numero non comprensivo degli uomini appartenenti al Sovrano Militare Ordine di Malta, alla Guardia di Finanza, alla Polizia di Stato e al Ministero della Giustizia. Vedasi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [27]. (documento ZIP scaricabile, pagina 1, 3ª nota)
  33. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [28].
  34. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [29].
  35. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [30].
  36. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [31].
  37. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [32].
  38. 1 2 Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [33].
  39. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [34].
  40. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [35].
  41. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [36].
  42. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [37].
  43. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [38].
  44. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [39].
  45. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [40].
  46. 1 2 Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [41].
  47. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [42].
  48. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [43].
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  50. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [45].
  51. 1 2 Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [46].
  52. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [47].
  53. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [48].
  54. Comprensiva di Kosovo Force e dei quartier generali di Skopje, Tirana, Sarajevo. Vedasi Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [49].
  55. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [50].
  56. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [51].
  57. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [52].
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  75. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [70].
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  87. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [82].
  88. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [83].
  89. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [84]. (pag. 4)
  90. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [85].
  91. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [86].
  92. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [87].
  93. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [88].
  94. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [89].
  95. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [90].
  96. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [91].
  97. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [92].
  98. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [93].
  99. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [94].
  100. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [95].
  101. Необходимо задать параметр title= в шаблоне {{cite web}}. [96].
  102. 1 2 3 riservato a: Capo di Stato Maggiore della Difesa
  103. riservato a:
  104. riservato a:
  105. riservato a: